Un sapore unico ottenuto dall’impasto di ingredienti semplici e sani: farina, acqua e lievito madre. E’ la frisa. Fresca, gustosa e nutriente, da assaporare nelle calde giornate estive. Si tratta di uno dei piatti più antichi del Salento, approdato sulle nostre coste, probabilemente, con le navi dei Greci e dei Micenei che conservavano questo pane duro nelle stive, in previsione del lungo viaggio. La sua forma, rotonda e con un piccolissimo foro centrale, era funzionale ad un facile trasporto: le frise venivano infilate in una cordicella i cui capi venivano annodati come a formare una collana, e poi appese al fresco nelle stive.
Prima del dopoguerra, nel Salento, la frisa di farina di grano era un piatto per benestanti, mentre i ceti più poveri consumavano frise di farina di orzo oppure di orzo e grano miscelati. Si trattava di un alimento povero, in quanto poco costoso, per cui si diffuse soprattutto nel mondo contadino. Inoltre era a lunga conservazione naturale. La sua durezza la rende resistente al tempo fino al momento della degustazione. La sua fragranza è mantenuta dal fresco delle giare in argilla nelle quali venivano conservate.
Con l’impasto di farina acqua e sale, si formano dei piccoli panetti che, dopo una prima cottura in forno, vengono tagliati a metà trasversalmente con un filo e messi nuovamente in forno per essere biscottati, procedimento che conferisce loro la caratteristica durezza.
Velocissime da preparare, le frise sono buone in qualsiasi momento della giornata come snack, aperitivo, ma sono anche perfette come pasto unico a pranzo o a cena. Vengono “sponzate” ossia inzuppate nell’acqua per renderle morbide e friabili (un tempo si era soliti bagnarle con l’acqua di mare), successivamente disposte su di un piatto e condite semplicemente con olio, pomodorini tagliati a piccoli pezzi e leggermente premuti per fare uscire la polpa e i semini, sale ed origano o arricchite con vari condimenti a seconda dei gusti. Un sapore unico e genuino che conquista tutti i palati!